Chi sei e cosa fai?
Sono Nicola Saldutti, responsabile del desk economia del Corriere della Sera. Sono anche uno dei tutor alla Scuola di giornalismo Walter Tobagi dell’Università di Milano.
Come vi siete conosciuti con il presidente Diodato De Maio e come è nata la collaborazione con la Fondazione?
Ci siamo conosciuti nel dicembre del 2018, in occasione dell’esposizione al rione Sanità di uno dei dipinti della fondazione. Per l’iniziativa che ha avviato, in uno dei luoghi confiscati alla camorra, un’iniziativa culturale, dal prestito dei libri al doposcuola.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al progetto?
Credo che promuovere la bellezza e la cultura sul territorio sia una delle leve di promozione più forti ed efficaci. Spingere i ragazzi ad avvicinarsi all’arte, alla musica, sia ormai un dovere civico. E sono convinto che la Fondazione abbia tutte le caratteristiche per essere lievito.
Cosa ti aspetti da questa collaborazione? Il coinvolgimento sempre più ampio di persone di ambiti e settori diversi, una specie di motore che mette in moto energie positive.
In che modo credi che la Fondazione e in generale l’arte possano aiutare il territorio?
Con le iniziative già messe in campo, dagli incontri al concerto di settembre al nuovo coinvolgimento del Conservatorio di Avellino. Scelte e iniziative che dimostrano una cosa: è vero che tutto è complicato, ma con l’impegno si può fare!
Quale artista/ quale opera ti ispira maggiormente?
Le Sette opere di Misericordia
Un’opera, questa di Caravaggio, che racconta tutto della fragilità dell’uomo e della sua possibilità di trovare qualcuno attento a curarne le ferite. Il buio e la luce. Ogni volta che si scruta il dipinto, che non si è mai spostato da via dei Tribunali a Napoli, dove il Maestro lo ha creato, si riflette sull’umanità. E poi quel dipinto svolge una funzione: ancora adesso con i biglietti dei visitatori si possono finanziare le iniziative di attenzione sociale.