Chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Luigi Gagliardi e sono un musicista. Il mio strumento è il pianoforte ma sono anche diplomato in direzione d’orchestra e composizione. La mia vita lavorativa si divide tra l’attività concertistica (come pianista e direttore) e quella di docente di musica.
Come vi siete conosciuti con il presidente Diodato De Maio e come è nata la collaborazione con la Fondazione? Io e il presidente Diodato siamo concittadini e per questo motivo ero già a conoscenza del suo interesse per l’arte e per la cultura ma non ci conoscevamo personalmente. L’occasione d’incontro è stata proprio una manifestazione organizzata dalla Fondazione, a Solofra, nostra cittadina d’origine, nella quale sono stato chiamato a partecipare come pianista insieme ad altri colleghi per degli interventi musicali. A presentarmi al presidente, è stato un altro membro della fondazione, la dott.ssa Sica, con la quale avevo già collaborato in precedenti eventi musicali. Credo di poter affermare che è da questo momento che è iniziata la mia collaborazione con la Fondazione. Sono un appassionato dell’arte in tutte le sue espressioni e perciò con piacere ho deciso di mettere a disposizione della Fondazione le mie conoscenze e la mia professionalità.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al progetto?
Sicuramente la piena condivisione della mission della fondazione.
Personalmente ho sempre creduto che la cultura sia importante nella formazione personale di ogni individuo e in particolare che l’arte e la musica siano in grado di aprire nuovi orizzonti e di elevare l’animo umano attraverso la scoperta del “bello”.
Diciamo che la Fondazione ha grandi ambizioni e a me sono sempre piaciute le sfide.
Cosa ti aspetti da questa collaborazione?
Sicuramente mi aspetto un arricchimento reciproco, di crescere personalmente e di far crescere la Fondazione nel mio settore di specializzazione creando occasioni di confronto e dialogo sul territorio e, perchè no, anche in ambito nazionale ed internazionale. Auspico la possibilità di poter realizzare insieme eventi in cui anche la musica giochi un ruolo fondamentale nella divulgazione della cultura.
In che modo credi che la Fondazione e in generale l’arte possano aiutare il territorio?
Non bisogna dimenticare che il territorio è formato da una comunità che vive, respira, si muove a ritmi sempre più serrati ma che ha anche bisogno di nutrimento. In questo la fondazione e l’arte possono aiutare il territorio: l’opera di divulgazione che si è impegnata a costruire con incontri, percorsi formativi, manifestazioni, concerti è e sarà lo strumento di conoscenza non solo dell’arte stessa ma anche del ruolo dell’artista come portatore di un messaggio universale. Inoltre auspico che la sinergia tra l’arte e la fondazione possa essere strumento di valorizzazione degli artisti e degli artigiani locali, sia di quelli impegnati nella tradizione che di quelli impegnati nell’innovazione.
C’è un’opera o un ‘artista a cui sei particolarmente legato?
Si, c’è. E’ il famoso “Campo di grano con volo di corvi” di Vincent Van Gogh. Ho avuto la possibilità di vederlo dal vivo e sono rimasto fortemente colpito dalla pennellata vivida e densa che fa sembrare l’opera di recentissima fattura e che mostra il turbamento dei moti dell’anima.