Chi sei?
Mi chiamo Emilia Sica e da tempo mi sono dedicata a nuovi progetti didattici innovativi, che trovano attenzione e sviluppo nelle scuole paritarie che dirigo da oltre vent’anni. Il metodo E.C.S è l’impronta e l’anima della didattica che caratterizza la mia scuola. Si tratta di una didattica incarnata che mette al centro i bambini e le loro innate capacità cognitive e di apprendimento.
Come vi siete conosciuti con il presidente Diodato De Maio e come è nata la collaborazione con la Fondazione?
Ho conosciuto il Presidente De Maio quando si è interessato alla mia scuola dell’Infanzia paritaria a curriculum inglese. Diodato ha valutato positivamente il mio progetto didattico iscrivendo suo figlio alla suola. La collaborazione con la Fondazione nasce dal reciproco approfondimento degli obiettivi votato alla divulgazione dell’arte, del bello a partire dalla sua straordinaria collezione di quadri che il Presidente De Maio ha “costruito” negli anni, sulla scorta di una sua grande passione.
Cosa ti ha spinto verso questa collaborazione?
Sono una donna dinamica, curiosa e amante delle sfide. Ho sempre creduto nel valore della cultura, nella crescita della comunità. Ho ritrovato questo valore nel modo di procedere del Presidente De Maio attraverso la sua Fondazione. E quale miglior viatico per una bella collaborazione!
Cosa ti aspetti da questa collaborazione?
Il mio protagonismo mi induce a guardare lontano. Nel corso del tempo la Fondazione ha incontrato più volte la società civile con manifestazioni che hanno lasciato il segno nell’opinione pubblica. Arte e musica, sono state al centro di momenti di alto profilo culturale e io come gestore di scuole e la Fondazione abbiamo tutta l’intenzione di ripetere in futuro, introducendo elementi di sempre maggiore interesse per le nostre comunità.
In che modo credi che la Fondazione e in generale l’arte possano aiutare il territorio?
Credo innanzitutto che la forma che anima i progetti messi in campo dalla collaborazione fra me e il Presidente Diodato De Maio, vada sempre tenuta viva. Questa tensione emotiva e morale, sono sicura, arriverà fra la gente; incontrando i loro interessi e gusti. Alle persone chiediamo di partecipare, come fatto fino ad ora. La loro presenza, ripaga e ripagherà di gran lunga il nostro impegno e i nostri sforzi.
C’è un’opera o un ‘artista a cui sei particolarmente legato?
L’arte, in particolare quella pittorica, mi affascina. È un mondo che grazie a questa collaborazione con la Fondazione, vado sempre più scoprendo e apprezzando. Un forte fascino ha esercitato su di me, il pittore napoletano Luca Giordano e il suo magnifico dipinto di San Sebastiano.